Un primo sguardo al Museo dell’Olocausto che aprirà a Boston nel 2026
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Questa settimana, il pubblico ha potuto vedere come sarà il previsto Museo dell'Olocausto e Centro Educativo a Boston. Ed è sorprendente.
Immagina di alzare lo sguardo dal Boston Common, lungo il Freedom Trail, per vedere un edificio di sei piani. Noti due cose: il metallo avvolto attorno al centro dell'edificio e un vagone ferroviario che fa capolino da dietro enormi finestre di vetro.
Jody Kipnis, co-fondatore della Holocaust Legacy Foundation, che sta creando il museo, ha detto che il team di progettazione ha riflettuto molto su come sfruttare le immagini per trasmettere com'era la vita per gli ebrei che vissero durante l'ascesa del partito nazista al energia.
"Impegnandosi nella storia e nelle conseguenze dell'Olocausto, gli individui possono svolgere un ruolo nel garantire che tali atrocità non si ripetano mai", ha affermato Kipnis.
Il tessuto metallico vuole rappresentare le tende che rimanevano tirate nelle famiglie ebraiche quando i nazisti salirono al potere. Potrebbero anche evocare le recinzioni attorno ai campi di sterminio dove venivano tenuti prigionieri gli ebrei, secondo un annuncio pubblicato lunedì, quando la fondazione ha presentato i rendering architettonici alla Boston Planning and Development Agency.
Lo studio di architettura di Boston Schwartz/Silver Architects Inc. sta progettando il museo.
L'automotrice prevista nel progetto non è una replica ma un autentico acquisto dalla parte d'Europa che negli anni Quaranta era la Macedonia. Una valutazione storica in corso ha finora stabilito che il vagone trasportava gli ebrei nei campi di sterminio. Dall'esterno, i passanti sul Freedom Trail potranno alzare lo sguardo e vedere i visitatori del museo salire sul vagone, ma non scendere, in un'illusione visiva intesa a illustrare il destino di milioni di ebrei.
Kipnis ha detto che spera che lo spazio aiuti i visitatori del museo a interiorizzare le lezioni che l’Olocausto ha da insegnare.
"Il nostro obiettivo è che poi lo portino avanti quando se ne vanno e si chiedano: 'Perché sono qui? Cosa ha a che fare questo con me nella mia vita oggi?' E quando pensiamo a oggi, dobbiamo anche pensare a cinque anni dopo, come sarà oggi per loro? E poi cinque anni dopo?", ha detto.
Il museo comprenderà principalmente mostre permanenti, molte delle quali saranno interattive e coinvolgenti. Uno in particolare, evidenziato da Kipnis, presenta un ologramma di un sopravvissuto all'Olocausto, con il quale i visitatori possono avere una conversazione in tempo reale.
Ci saranno anche mostre temporanee che secondo Kipnis metteranno in luce altri genocidi ed eventi attuali.
L’apertura del museo è prevista per aprile 2026.